A un anno dalla laurea, in Italia, 53 laureati su
cento hanno trovato un impiego. Ma resta consistente il lavoro
precario: sia a un anno (48 per cento) che a cinque anni dalla laurea
(27). Aumenta, in modo lieve, il tasso di occupazione (+0,6 punti
percentuali), diminuisce quello di disoccupazione (-0,5). A cinque
anni dalla laurea, invece, lavorano 85 laureati su cento (-0,3 punti)
e il lavoro stabile si amplia fino a coinvolgere 70 laureati su cento.
È quanto emerge dal X Rapporto Almalaurea sulla condizione
occupazionale dei laureati italiani, diffuso oggi a Catania. Le
differenze di genere, pur riducendosi, rimangono elevate: 7 punti a
uno e a cinque anni dalla laurea. Secondo Almalaurea rimane
preoccupante il divario tra Nord e Sud: 23 punti percentuali a un anno
dalla laurea, 12 punti a cinque anni. Le retribuzioni, gia' modeste
(1.040 euro mensili netti per un neolaureato, 1.342 dopo cinque anni),
continuano a perdere potere d'acquisto. Fatto 100 il guadagno del
laureato del 2001, il laureato intervistato nel 2007 guadagna 92,9:
ancora meno dell'anno precedente (94,7).
Scarsissima la mobilità sociale. Al contrario, emerge nitidamente
dalla ricerca di Almalaurea il meccanismo ereditario delle
professioni. Il 44% dei padri architetti, ad esempio, ha un figlio
laureato in architettura. Lo stesso vale per il 42% dei padri laureati
in giurisprudenza, o per il 41% dei padri farmacisti. Ancora: il 39%
degli ingegneri ha un figlio ingegnere; il 39% dei padri medici ha un
figlio laureato in medicina. Il 28% dei padri con laurea
economico-statistica ha un figlio laureato nelle medesime discipline.
Altrettanto vale per le lauree politico-sociali (24%).
Il 16 % dei figli di dirigenti o quadri direttivi e', dopo soli cinque
anni dalla laurea, dirigente o quadro direttivo, contro il 13% medio
di tutti i laureati maschi; il 42% dei figli di impiegati e'
impiegato. Il 34% dei figli di liberi professionisti e' libero
professionista (contro il 20% medio); il 10% dei figli di imprenditore
e' imprenditore (contro il 3% medio).
Dall'indagine emerge anche che la laurea triennale non basta per
affrontare al meglio il mondo del lavoro. Lo pensano gli studenti
universitari sentiti da Almalaurea, che 63 volte su 100 dopo aver
conseguito un titolo di primo livello decidono di continuare a
studiare. Anche se il 45% di loro, comunque, ha gia' una prima
occupazione che, nel 18% dei casi viene coniugata con l'impegno
universitario. Il 6% dei dottori triennali (AlmaLaurea ne ha
intervistati 21.913 della sessione estiva del 2006) cerca una
occupazione.
''Vorremmo poter pensare, con Hollywood e il film da Oscar
dei fratelli Cohen - ha detto Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea
- che l'Italia 'non e' un paese per vecchi'. Certo e' che i giovani
fanno molta fatica. Per questo occorre uno scatto, un colpo d'ali". |