Un vero e proprio terremoto. Per la
prima volta nella storia repubblicana nessun comunista farà parte del
Parlamento italiano, dopo 62 anni (a partire dalla Costituente) di
ininterrotto servizio politico, la cosiddetta “sinistra radicale”
scompare dall’arco parlamentare ed è costretta a fare i conti con un
presente nero ed un futuro sempre più incerto. Il risultato elettorale
della neonata Sinistra Arcobaleno, infatti, è inaspettato e choccante
perché i quattro partiti che la compongono, solamente due anni fa,
avevano nettamente superato la soglia del 10 per cento, mentre oggi
rappresentano poco più del tre per cento degli elettori, perdendo
circa tre milioni di voti. Il nuovo soggetto unitario della sinistra,
dunque, rischia di morire prima ancora di nascere. “È una sconfitta
netta di proporzioni impreviste”, ha ammesso il leader di Rifondazione
Comunista e candidato premier di Sa, Fausto Bertinotti, che avrebbe
dovuto tenere a battesimo il nuovo soggetto politico, per poi
lasciarne ad altri la guida e farsi da parte. Ieri pomeriggio, dopo i
primi dati, Bertinotti si è invece dimesso, chiedendo che venga aperta
una nuova stagione costituente.
L’analisi del voto, d’altro canto, lascia pochi alibi ai dirigenti
della Sinistra arcobaleno. Dati particolarmente negativi giungono
infatti dalle regioni “rosse”, quelle dove era atteso il superamento
della soglia di sbarramento del 4% per la Camera e dell’8% per il
Senato. Per esempio, in una città come Pistoia, la Sinistra Arcobaleno
ha raccolto solamente un terzo dei voti rispetto a quelli che nelle
elezioni passate ebbe la sola Rifondazione Comunista. Discorso analogo
anche per altre realtà da cui ci si attendeva un buon risultato, come
in Liguria o in Umbria, dove ha raccolto il 3,8%, mentre nel 2006 i
partiti costituenti avevano raggiunto il 14,8 per cento. Stesso
discorso va fatto per il 5,1 per cento ottenuto in Toscana, che va
confrontato con il 16% che i singoli partiti ottennero due anni fa.
Con questi dati si è confrontato ieri sera il Presidente uscente della
Camera e già ex leader della Sinistra Arcobaleno, apparso a “Porta a
porta” per affermare che “c'è ancora bisogno di sinistra anche se
siamo arrivati tardi all'appuntamento elettorale”. Secondo Bertinotti,
infatti, uno dei problemi cruciali è stato il fatto “di non aver
capito i bisogni di una parte. Certo, poi, i partiti della sinistra
sono stati massacrati dalla campagna elettorale. Il Pd ha segato il
ramo dell'albero su cui era seduto”. Gli fa eco oggi il Segretario di
Rifondazione Comunista Franco Giordano che, in un’intervista al
Mattino, afferma che “a questo punto il percorso che porta alla
nascita del nuovo soggetto della sinistra deve essere approfondito e
accelerato”. “Dobbiamo ripartire dalla ricostruzione di una casa per
la sinistra, per contrastare questo processo di critica alla politica”
continua Giordano, che riguardo ai rapporti col Pd, vede un dato è
indubitabile: “senza voler certo negare che il nostro insuccesso è
evidente, se fossimo stati insieme al Partito Democratico avremmo
battuto le destre. Ma bisogna riconoscere che, per correre uniti, non
c’erano proprio le condizioni. Un soggetto politico nuovo deve sempre
più radicarsi nel territorio, tornando a essere un partito che sta
dentro ai conflitti e che non si limita a rappresentare i conflitti”.
La Sinistra Arcobaleno è invece morta per Oliviero Diliberto che, con
una serie di comunicati che hanno raggiunto militanti e simpatizzanti
anche tramite sms, definisce quella del 13 e 14 Aprile “una debacle”.
Per il segretario del Partito dei Comunisti Italiani l'esperienza
della Sinistra Arcobaleno, dunque, può dirsi conclusa: “Ora il Partito
dei comunisti italiani riparte da una riflessione in autonomia. Il
risultato della Sinistra Arcobaleno è un autentico disastro, ma la
responsabilità di consegnare il paese a Berlusconi è di Veltroni".
Secondo Cesare Salvi, invece, ''in fondo questa Sa è sembrata una
Rifondazione allargata senza l'identità del partito. Si è pagato un
prezzo per la fase di governo. Gli elettori hanno pensato da una parte
‘non avete fatto niente di buono' e dell’altra 'avete destabilizzato'.
Una forza di sinistra moderna e innovatrice è sembrata così un
cartello elettorale.
Tenta invece di ricucire gli strappi Alfonso Pecoraro Scanio, per il
quale “si tratta di una sconfitta evidente, oltre ogni previsione.
L'astensione e la censura nell'informazione ci hanno fortemente
danneggiato. Come Verdi convocheremo un congresso straordinario per
fare il punto della situazione. E' ovvio comunque che la Sinistra
Arcobaleno non può e non deve naufragare". Il leader dei Verdi cerca
dunque di “rilanciare la presenza della sinistra nel Paese, visto che
il Pd è riuscito nell'incredibile missione di far vincere Berlusconi e
di sconfiggere la sinistra. Ma la politica si può fare anche fuori dal
Parlamento". |